Serata Magica alle Terme di Caracalla
L’ANGELO AZZURRO E’ ORA UN BALLETTO
Americani a Roma
Un Festival e tante novità
Un Festival e tante notizie
NOTIZIARIO
 
 
 
 
 
 
 
Un Festival e tante notizie

L’Auditorium Parco della Musica a Roma, fra le innumerevoli attività che giustamente produce a ciclo continuo, ha pensato bene di inserire anche un annuale festival di danza, anzi “della nuova danza” come sottotitola questa rassegna nominata Equilibrio e ricca di esibizioni dal vivo ed installazioni video. Sulle prime si direbbe un doppione del già affermato Festival RomaEuropa che presenta ogni anno nella Capitale un quadro dei fermenti teatrali di mezzo mondo; il Direttore Artistico Giorgio Barberio Corsetti ci assicura invece che il suo Festival avrà una diversa impostazione e per nuova danza egli intende sopra tutto quella che per un qualche motivo non ha avuto l’occasione di presentarsi ancora a Roma. Benissimo, purché oltre all’inedito ci sia la qualità, là dove considerando alcune delle sette compagini selezionate per questa prima edizione resta qualche riserva; ad esempio, fra gli spettacoli cui mi è stato concesso di assistere, mi ha lasciato perplesso Back To The Present, del gruppo Dorky Park di Costanza Macras regista coreografa argentina giunta al successo a Berlino. Il suo prodotto è dichiaratamente trash, rifiuto, secondo quel gusto per il deteriore che oggigiorno affascina enormemente gli artisti dissidenti di pressoché tutte le periferie urbane delle grandi metropoli; hip hop, breakdance, filmati, un calderone come se ne stanno vedendo in giro da per tutto, anche qui da noi, per non doverne importare degli altri dello stesso genere.
Quanto detto vale anche per il Collettivo Peeping Tom, di provenienza belga, che ne Le Jardin ad un lungo filmato fa seguire una brutta copia di vecchi lavori di Pina Bausch, un “giardino delle delizie” in sedicesimo per cui ci si domanda pure se mai c’è un valore artistico in ciò che ci viene offerto.
Diverso è il caso di Wim Vandekeybus, autore, belga anch’esso, fra i più seri ed intelligenti del teatro contemporaneo, attivo da lustri, ma mai prima d’ora giunto a Roma con la sua compagnia Ultima Vez. Il lavoro scelto per il debutto però, Les Porteuses des Mauvaises Nouvelles, è purtroppo una creazione del 1989, molto datata e non fra le sue cose migliori nell’ambito del teatro danza di matrice tedesca.
Chi invece ha fatto un’ottima impressione è il giapponese Saburo Teshigawara, anch’egli al suo debutto romano, con la Compagnia Karas e la novità assoluta dal titolo Scream And Whisper; veramente originale è la sua mistura di oriente ed occidente nel movimento e nella concezione in generale del lavoro che fra scatti di energia e momenti distensivi alterna riferimenti all’estetica butoh ed alle arti marziali con forme tipiche della danza contemporanea europea sapendo tenere costantemente desta l’attenzione dello spettatore. Non un capolavoro, ma senz’altro uno spettacolo degno di un festival!

Il Teatro Greco di Roma è una elegante e funzionale sala che presenta una stagione di spettacoli sempre di buon livello; in particolare esso è la sede del Teatro Greco Dance Company per la quale Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico da anni creano lavori godibili e ben fatti per un pubblico che ama svagarsi senza inutili cerebralismi. Cito di recente l’accattivante Odysseus, protagonista un ottimo ballerino come Marco Chiodo, sulle avventure di Ulisse con le musiche originali di Dino Scuderi; La Sciarpa Di Isadora, puntuale e garbatissimo omaggio all’eccentrica e sventurata Duncan nella fine interpretazione di Donatella Pandimiglio, e poi ancora la serata FLAMENCO TANGO JAZZ giunta alla sua terza edizione, sempre più entusiasmante e coinvolgente con la presenza di un quartetto musicale in scena.
Lo stesso teatro ha ospitato anche uno spettacolo della Compagnia Nuova Euroballetto di Ancona, coreografia di Marco Realino, su vecchie canzoni di Fabrizio de André, album La Buona Novella del 1969. Il balletto dal titolo L’ANGELO TERRENO, realizzato con molta cura e professionalità, narra in effetti una sorta di vita di Cristo con sensibilità però del tutto laica e nell’ottica di una religiosità priva di dogmi. Purtroppo l’ispirazione sembra via via annacquarsi dilungandosi in uno sviluppo senza mordente non ostante l’impegno della produzione.

Sempre a Roma al Teatro Olimpico si è vista la formazione Club Guy & Roni degli israeliani Roni Haver e Guy Weizman che in THE LANGUAGE OF WALLS propongono anch’essi, ormai tutto il mondo è paese, il solito hip hop di strada e breakdance a getto continuo ma in versione, si fa per dire, tutta femminile; vale quanto detto in precedenza per la Macras.
Meglio rivedere, grazie all’Accademia Filarmonica Romana, The Parsons Dance Company dell’onesto David Parsons, il coreografo americano che, anche quando non ci porta delle novità di rilievo, con le sue vecchie produzioni non delude mai, non foss’altro per la limpidezza delle sue creazioni, la pulizia dei suoi interpreti ed il rigore delle esecuzioni; d’accordo: lo spessore non è tanto e l’intento non va spesso oltre la forma o la sorpresa ma egli non promette altro che un gradevole intrattenimento.

Al Teatro dell’Opera è tornata in scena con grande successo la pregevole edizione de L’UCCELLO DI FUOCO di Fokin e Strawinskij curata recentemente da Andris Liepa; interprete di nuovo l’ospite Irma Nioradze con Mario Marozzi nei panni del Principe e Laura Comi in quelli della Principessa; per contro la Scuola di Danza della Fondazione, sulle tavole del Teatro Nazionale, ha rappresentato la bella versione in suo repertorio del celebre COPPELIA, su musica di Delibes, che i suoi allievi danzano ormai col piglio di veri professionisti; protagonista l’ottima Noemi Arcangeli con accanto il neo diplomato in carriera Alessandro Riga. Un “brava” di cuore alla Direttrice Paola Jorio.

 

Alberto Cervi