La Compagnia Astra Roma Ballet è
tornata sulle tavole del Teatro ,Sistina per celebrare
il suo ventesimo anno di attività; una data importante
per questa formazione piccola ma di alto livello che
Diana Ferrara, indimenticabile prima ballerina assoluta
del Teatro dell’Opera di Roma, continua a condurre con
onore nelle acque non proprio facili di quel mare
torbido che purtroppo è la danza italiana. Per
l’occasione è stata messa in scena una novità molto
appetitosa: un balletto ispirato a L’ANGELO AZZURRO, il
vecchio film di Sternberg, trampolino di lancio per la
Diertich, a sua volta tratto da un romanzo di Heinrich
Mann, e che in qualche modo ha fatto storia nel mondo
dello spettacolo. La vicenda del rigido e puritano
professore che finisce per perdere la testa e la dignità
per una seducente ma volgare canzonettista di una
bettola berlinese dei primi del ‘900, è stata vista
dalla coreografa Daniela Megna come un soggetto quasi
astratto perdendo i caratteri geografici e temporali ed
anche un po’ degli umori e degli ardori che la
caratterizzavano in origine a vantaggio però di un
disegno coreografico ricco e sempre ben costruito. Se a
volte non si percepiscono gli struggimenti interiori del
professore Unrat né la sensualità della malefica Lola,
gli occhi sono tuttavia rapiti, in una scenografia
contemporanea semplice e schematica di Veera Roman,
dalla qualità del movimento e dall’intensità del gesto
che si sviluppano in una accattivante forma di danza
tutt’affatto moderna seppure classica nel suo
vocabolario di base. Validi gli interpreti principali:
Martina Brai e Gaetano La Mantia, affiancati da un
gruppo di giovani tutti con una ottima preparazione ed
un buon affiatamento; le musiche originali sono di
Francesco Lanzillotta ed autori vari.
Alberto Cervi
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