Roma:
Inaugurazione
dell'Auditorium Santa Cecilia al
Parco della Musica
Dalla
rivista Il Cafè Illustrato del 12 gennaio riproponiamo
un interessante articolo del M° Franco Mannino
Il
21 dicembre scorso sono stato al concerto per l'inaugurazione
- così attesa della sala Santa Cecila, al parco della Musica.,
e ho sofferto un po'. La sala è molto bella, ricorda in
qualche modo la Filarmonica di Berlino, anche se quest'ultima
tiene più raccolto il pubblico, con quel semicerchio in
cui l'uditorio diventa un tutt'uno con l'orchestra e con
il coro. Il sindaco Veltroni ha tenuto un breve discorso
introduttivo, rivolto al Presidente della Repubblìca Ciampi,
alle autorità e al pubblico molto numeroso.
Il
collega accademico, Luciano Berio, ha scritto nel programma
di sala, la sua introduzione. Impossibile fare a meno di
notare che non ha speso una sola parola sugli accademici
del presente e su quelli del passato, un po' come se l'Accademia
stessa fosse una sua proprietà.
Mi
è pure spiaciuto non poco che, nel programma, non sia stato
fatto alcun cenno a Francesco Rutelli e al presidente Cagli,
con i quali, comunque, questa avventura ha avuto inizio.
E, ancora, sono certo che nell'intervista all'insigne Maestro
Goffredo Petrassi ci sia stato un malinteso. Alla domanda:
"Era un bravo direttore Molinari?". Petrassi, tra l'altro,
risponde: "Era di grande buona volontà, un pochino scadente
dal punto di vista della cultura...". Ricordo bene quanto,
diversi anni or sono, l'allora giovanissimo Petrassi stimasse,
ricambiato, il mitico (in questo caso il termine è appropriato)
direttore artistico e stabile dell'Augusteo. Per questo,
immagino che Arrigo Quattrocchi, autore dell'intervista,
abbia frainteso.
Nessuno,
del consiglio accademico, ha saputo dirmi se la scelta dei
tre brani ìniziali del concerto sia stata di Berio. Del
resto, mi domando di chi altri sarebbe potuta essere. Tutti
settentrionali i compositori di questi pezzi. Malgrado le
speranze continuamente espresse dal nostro presidente della
Repubblica, sembra che l'Italia sia sempre più "divisa".
Mi
spiace davvero di dover sostenere (e non sono il solo) che
il Maestro Chung abbia diretto impeccabilmente male. Salvatore
della patria, e della Fantasia in do minore di Beethoven,
l'immenso Maurizio Pollini. Inoltre, onestamente, non so
dire se l'acustica della sala fosse buona o cattiva, perché
il baccano di tromboni, casse, piatti e percussioni in genere
era insopportabile, e si faticava a seguire l'andamento
degli archi. Non credo tuttavia che ciò possa addebitarsi
né a Renzo Piano, nè all'orchestra, nè al coro. Anzi, direi
che Orchestra e Coro hanno cercato di ovviare allo scolastico
lavoro direttoriale.
Insomma:visto
che facciamo della musica, proviamo a metterci anche l'anima.
Franco
Mannino
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